In questi freddi giorni di febbraio, non posso far altro che pensare ai “ragazzi” (donne/uomini), ospiti del dormitorio, che saluto alle 8 del mattino al termine del mio turno di lavoro. Penso a loro, che trascorrono la maggior parte del tempo all'aperto, girovagando per le strade; se non piove molti vanno al parco ma, se piove... alla stazione, nei bagni del parco, sotto qualche portico o garage coperto, i più fortunati in casa di qualche amico, nei loro rifugi... in ogni caso al freddo e all'intemperie. Non può esistere, né in me né in ognuno di coloro che desiderano creare un mondo più solidale, l'indifferenza a questo degrado sociale/fisico/psicologico nel quale vivono queste Persone, per questo dobbiamo creare strumenti (struttura, risorse economiche e umane) affinché nella Città di Olbia ci sia un Centro Diurno per questo collettivo. La mia personale esperienza portata avanti in Spagna (Granada) per più di un decennio, e quella di tanti Centri Diurni per le Persone senza dimora esistenti in Italia, mi porta a ribadire l'utilità che ha un tale Centro, non solo per dar loro un punto di ristoro durante il giorno o poter fare una doccia ed un cambio di biancheria intima, ma soprattutto risollevare quel basso profilo che hanno di se stessi, dandogli l'opportunità di occupare la giornata con qualcosa di gratificante, inserendosi nei laboratori occupazionali, didattici e/o ludici. Il Centro non è un punto di stasi, ma bensì un trampolino di lancio verso l'integrazione sociale, per questo è importante seguire ogni utente nel suo cammino, mettendo a disposizione i mezzi necessari per la ricerca del lavoro, dentro delle reti informatiche e no.
Noi di Libere Energie, intendiamo personalizzare tale percorso con quello spirito francescano di Vigore e Tenerezza che fa parte del nostro stile di attuazione, nel quale vige “la regola”: tra la spada ed il cuore, sempre deve essere quest'ultimo a prevalere nelle decisione che riguardano le persone che necessitano del nostro aiuto. Questo perché, tutti hanno diritto ad essere assistiti nel momento del bisogno, non esiste chi lo merita o no; i ma ed i perché, non devono esistere nel nostro vocabolario; dobbiamo solo pensare che di fronte abbiamo una donna, un uomo che ha bisogno di un sostegno. Ecco ciò che significa essere liberi da condizionamenti insediati nel tempo, con la religione o con schemi mentali troppo stretti per un maggior coinvolgimento. La “carità” non ha limiti di attuazione, la sua sete è insaziabile fin quando la disuguaglianza è padrona di questa società, non si può “aiutare” a metà se si dispone di mezzi.
Credo che, con la buona volontà da parte delle amministrazioni e la solidarietà di tutti i cittadini, la Città di Olbia abbia i mezzi per affrontare la realizzazione del Centro Diurno, che completerebbe il quadro delle strutture assistenzialistiche e di integrazione socio/lavorativa destinate al settore dei senza tetto.

Ginetto 

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