Lettera aperta di Ginetto Mattana ai volontari e amici A.L.E.



Dobbiamo imparare a fare bene il BENE, quel bene che facciamo alle persone meno fortunate di noi che ci chiedono sostegno, all'altro.
Spesso la nostra natura, la nostra formazione, la nostra indole, ci porta ad agire con poca attenzione, senza badare al dettaglio di ogni momento che trascorriamo di fronte a chi ha bisogno di noi.
Non possiamo essere superficiali nel servizio che svolgiamo, tanto meno farlo per farlo, solo per essere volontari, per sentirci impegnati nel sociale, per compiere un obbligo religioso oppure, per soddisfare il nostro bisogno di fare la carità. Queste e altre motivazioni simili, devono essere la porta d'ingresso per un cammino più profondo verso l'altro, facendo così la differenza nell'attenzione al prossimo.
Noi di Libere Energie, dobbiamo fare la differenza dando loro qualcosa in più. Cos'è quel qualcosa in più che deve distinguerci se non offrire, non solo i beni materiali, ma anche ciò di cui molti di loro hanno bisogno: sentirsi accolti, essere capiti e voluti bene.
Dobbiamo guardare coloro che accogliamo, con gli occhi del cuore e non con quelli della spada, vederli come persone con pregi e difetti, nella diversità di razza, cultura, religione: Persone! Non bisognosi, poveri, numeri, ospiti utenti e quant'altro. Nell'accogliere persone fragili, l'approccio deve essere fatto principalmente con tenerezza, guidati da buoni sentimenti e armati di pazienza, affinché il nostro interlocutore percepisca la schietta vicinanza che vogliamo trasmettere. Non dimentichiamo che anche lui è in ascolto verso di noi e ci osserva.
Accogliere senza tentennamento e senza timore; senza pregiudizi, senza paura di sporcarsi le mani o che ci impregni del suo acre odore. Accogliere come si accoglie un amico, a braccia aperte; accogliere con il sorriso, pensando ai tanti volti seri che vanno incontrando durante il giorno; accogliere come se stessimo accogliendo una persona importante, perché loro sono importanti agli occhi di Dio.
Il nostro entrare nella loro vita deve essere graduale, la disponibilità e l'ascolto devono essere il punto di partenza per raggiungere il fine ultimo che ci proponiamo. Ma stiamo attenti, sopratutto nei primi approcci, a non cadere nello sbaglio di essere eccessivamente zelanti, servizievoli, disponibili e neanche stargli troppo addosso tartassandoli di domande, magari solo per saziare la nostra curiosità e nient'altro. L'ascolto attento e silenzioso ci permette di capirli non solo tramite le loro parole, ma anche tramite i loro atteggiamenti, dalla forma di vestire e dallo sguardo. Dobbiamo arrivare a essere in grado di ascoltare il gemito più remoto della persona camuffato da risa e giochi, a volte da una corazza che non fa trasparire lo stato d'animo del momento, le preoccupazioni, la disperazione; a volte questo gemito è soffocato da un bicchiere in più per far sparire i ricordi e offuscare una triste realtà da lui non scelta. Anche la discrezione deve caratterizzarci, in quanto è una delle chiavi che fa aprire l'altro a noi, guadagnando con piccoli passi, la sua fiducia. Il percorso è lento come in ogni altra relazione, ma solo così si crea un rapporto sincero e durevole. A quel punto, diventa più facile attuare uno dei principi fondamentali che Libere Energie si propone di espletare: ridare a chi l'ha persa la dignità, valorizzando le loro capacità, stimolandoli a intraprendere strade diverse da quelle fino ad allora percorse.
A tutti noi piace sentirci voluti bene grazie alle attenzioni che riceviamo da parte di familiari e amici; insomma, da persone che ci vogliono bene. Nel corso della giornata apprezziamo piccoli gesti di cortesia, di gentilezza, accettiamo le premure che solo chi vuole bene compie e la simpatia che dimostra solo chi veramente ci è amico. Queste manifestazione di affetto e premura sono alcuni dei frutti dell'albero dell'Amore. L'Amore incondizionato, quello che siamo capaci di dare senza alcuna riserva, è limitato ad un numero ristretto di persone: un figlio, un genitore, l'amata e l'amato. Invece il sentimento di volere bene, spazia in una cerchia più vasta, familiari, parenti, amici, vicini di casa, colleghi; per loro siamo disponibili nel momento di bisogno, abbiamo sempre una parola di conforto, piangiamo con il loro pianto, insomma li vogliamo bene e gli stiamo vicini. Pensate alle persone del collettivo che noi attendiamo, quante attenzioni di questo tipo gli sono rivolte nel corso della giornata? Senz'altro poche! Sicuramente ricevono più cibo o generi di prima necessità, che gesti di cortesia e dimostrazioni di vicinanza. Poche le sottili attenzioni che gli si rivolgono, pochi sorrisi, troppo pochi i segni di affetto; questo non vuol dire che mai nessuno gli porge un sorriso o un gesto di cortesia, solo che bisognerebbe aumentare la dose di amabilità perché Loro hanno bisogno di sentirsi voluti bene e noi di Libere Energie dobbiamo imparare a fare bene il bene verso l'altro.






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