Dobbiamo imparare a fare bene il BENE, quel bene che facciamo alle
persone meno fortunate di noi che ci chiedono sostegno, all'altro.
Spesso la nostra natura, la nostra formazione, la nostra indole, ci
porta ad agire con poca attenzione, senza badare al dettaglio di ogni
momento che trascorriamo di fronte a chi ha bisogno di noi.
Non possiamo essere superficiali nel servizio che svolgiamo, tanto
meno farlo per farlo, solo per essere volontari, per sentirci
impegnati nel sociale, per compiere un obbligo religioso oppure, per
soddisfare il nostro bisogno di fare la carità. Queste e
altre motivazioni simili, devono essere la porta d'ingresso per un
cammino più profondo verso l'altro, facendo così la
differenza nell'attenzione al prossimo.
Noi di Libere Energie, dobbiamo fare la differenza dando loro
qualcosa in più. Cos'è quel qualcosa in più che deve distinguerci
se non offrire, non solo i beni materiali, ma anche ciò di cui
molti di loro hanno bisogno: sentirsi accolti, essere
capiti e voluti bene.
Dobbiamo guardare coloro che accogliamo, con gli occhi del
cuore e non con quelli della spada, vederli come persone con pregi e
difetti, nella diversità di razza, cultura, religione: Persone!
Non bisognosi, poveri, numeri, ospiti utenti e quant'altro.
Nell'accogliere persone fragili, l'approccio
deve essere fatto principalmente con tenerezza, guidati da
buoni sentimenti e armati di pazienza, affinché il nostro
interlocutore percepisca la schietta vicinanza che vogliamo
trasmettere. Non dimentichiamo che anche lui è in ascolto verso di
noi e ci osserva.
Accogliere senza tentennamento e senza timore; senza pregiudizi,
senza paura di sporcarsi le mani o che ci impregni del suo acre
odore. Accogliere come si accoglie un amico, a braccia aperte;
accogliere con il sorriso, pensando ai tanti volti seri che vanno
incontrando durante il giorno; accogliere come se stessimo
accogliendo una persona importante, perché loro sono importanti agli
occhi di Dio.
Il nostro entrare nella loro vita deve essere graduale, la
disponibilità e l'ascolto devono essere il punto di partenza
per raggiungere il fine ultimo che ci proponiamo. Ma stiamo attenti,
sopratutto nei primi approcci, a non cadere nello sbaglio di essere
eccessivamente zelanti, servizievoli, disponibili e neanche stargli
troppo addosso tartassandoli di domande, magari solo per saziare la
nostra curiosità e nient'altro. L'ascolto attento e silenzioso ci
permette di capirli non solo tramite le loro parole, ma anche tramite
i loro atteggiamenti, dalla forma di vestire e dallo sguardo.
Dobbiamo arrivare a essere in grado di ascoltare il gemito più
remoto della persona camuffato da risa e giochi, a volte da una
corazza che non fa trasparire lo stato d'animo del momento, le
preoccupazioni, la disperazione; a volte questo gemito è soffocato
da un bicchiere in più per far sparire i ricordi e offuscare una
triste realtà da lui non scelta. Anche la discrezione deve
caratterizzarci, in quanto è una delle chiavi che fa aprire l'altro
a noi, guadagnando con
piccoli passi, la sua fiducia. Il percorso è lento come in ogni
altra relazione, ma solo così si crea un rapporto sincero e
durevole. A quel punto, diventa più facile attuare uno dei principi
fondamentali che Libere Energie si propone di espletare: ridare a
chi l'ha persa la dignità, valorizzando le loro capacità,
stimolandoli a intraprendere strade diverse da quelle fino ad allora
percorse.
A tutti noi piace sentirci voluti bene grazie alle attenzioni
che riceviamo da parte di familiari e amici; insomma, da persone che
ci vogliono bene. Nel corso della giornata apprezziamo piccoli gesti
di cortesia, di gentilezza, accettiamo le premure che solo chi vuole
bene compie e la simpatia che dimostra solo chi veramente ci è
amico. Queste manifestazione di affetto e premura sono alcuni dei
frutti dell'albero dell'Amore. L'Amore incondizionato, quello che
siamo capaci di dare senza alcuna riserva, è limitato ad un numero
ristretto di persone: un figlio, un genitore, l'amata e l'amato.
Invece il sentimento di volere bene, spazia in una cerchia più
vasta, familiari, parenti, amici, vicini di casa,
colleghi;
per loro siamo disponibili nel momento di bisogno, abbiamo sempre una
parola di conforto, piangiamo con il loro pianto, insomma li vogliamo
bene e gli stiamo vicini. Pensate alle persone del
collettivo che noi attendiamo, quante attenzioni di questo tipo gli
sono rivolte nel corso della giornata? Senz'altro poche! Sicuramente
ricevono più cibo o generi di prima necessità, che gesti di
cortesia e dimostrazioni di vicinanza. Poche le sottili attenzioni
che gli si rivolgono, pochi sorrisi, troppo pochi i segni di affetto;
questo non vuol dire che mai nessuno gli porge un sorriso o un gesto
di cortesia, solo che bisognerebbe aumentare la dose di amabilità
perché Loro hanno bisogno di sentirsi voluti
bene e noi di Libere Energie dobbiamo imparare a fare
bene il bene verso l'altro.
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