Quel prossimo sconosciuto




Spesso si fraintende il concetto di carità, in particolare quella collettiva, che dovrebbe coinvolgere tutti i cittadini.
La carità non è fare l'elemosina: mi riferisco a quella spiccia, di strada, quella quotidiana, non lo è perché fare la vera elemosina, dal greco avere pietà, implicherebbe un coinvolgimento pieno, nel quale si cercherebbero forme più concrete di aiutare, le quali darebbero uno stimolo alla Persona per rialzarsi da quello stato di degrado.
Certo, non è facile agire con la stessa intensità di interesse per quel prossimo sconosciuto, piuttosto che nei confronti di un familiare, un parente, un amico; per uno che appena si conosce, che si vede tutti i giorni nella stessa panchine o nello stesso portico, si saluta e magari gli si da qualche spicciolo o dell'acqua, aranciata, panini, biscotti, latte, coperte, cuscini, giubbotti, vestiario e si contribuisce all'ampliamento di quel suo angolo. 
A mio avviso, questo tipo di elemosina a volte è controproducente. 
Fare carità, in senso collettivo, vuol dire anche NON fare l'elemosina, chiudere quei rubinetti che spesso fomentano un prolungamento di vita da barbone, abbandonato a se stesso e ai tanti “poverino” che lo illudono, lo coccolano e magari involontariamente lo inducono a continuare così, senza pensare al decadere di quella persona, alla progressiva perdita della dignità, senza informarsi della reale situazione dagli organi competenti.
Noi di Libere Energie, nonostante prestiamo solo un servizio di assistenza diretta, non vogliamo che si trasmetta un messaggio di assistenzialismo, bensì un messaggio di completa presa a carico di situazione che spesso vanno degenerando agli occhi della collettività.
Per agire in questa direzione, a volte dobbiamo compiere azioni, come la nostra di qualche giorno fa, azioni che forse agli occhi di alcuni possono sembrare contraddittorie, come appunto smantellare due bivacchi che si erano creati sotto i portici di uno stabile della nostra Città.
Solo gli esecutori materiali di questa bonifica sanno la quantità di immondizia raccolta (cibo buono e avariato, bevante, cartoni vuoti di vino e tanto altro), ma sicuramente quello che maggiormente è rimasto impresso, è l'odore acre della sporcizia e dell'urina. E qui mi fermo!


Ginetto Mattana
presidente Associazione Libere Energie Onlus Olbia  

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